martedì 6 agosto 2013

La montagna e la Grande Guerra: spettacolo in quota di Fabrizio Bentivoglio per non dimenticare


A volte capita che andando in montagna non siano solo i panorami a regalare emozioni. A volte capita che guardandosi intorno ci si rende conto che quei luoghi bellissimi un tempo sono stati, loro malgrado, teatro della grande tragedia che è stata la Prima Guerra Mondiale.
Su quelle montagne tanti giovani sono morti in condizioni estreme con il freddo e la neve a scandire i lunghi giorni al fronte. Le vicende della Grande Guerra che si è combattuta ai piedi dell'Adamello e dove ancora sono presenti siti e manufatti che testimoniano quanto accaduto, viene ricordata e commemorata ogni anno con la manifestazione Passi nella Neve. Una serie di appuntamenti teatrali, racconti e spettacoli che portano grandi artisti ad esibirsi in quota. Da Marco Paolini, a Michele Placido, da Alessandro Baricco a Luigi Lo Cascio, e ancora, Antonella Ruggero, Erri De Luca, Alesso Boni... E' diventata quasi una consuetudine partecipare ad almeno uno degli appuntamenti in programma e di solito partecipiamo a quello che si tiene nella Piana del Montozzo a 2.475 mt., zona teatro di battaglie durante la Guerra Bianca, dove sono ancora visibili trincee e baraccamenti e dove è stato allestito un piccolo museo.
Lo spettacolo domenica alle 8.30 del mattino. Quindi sveglia all'alba, anzi prima dell'alba (per l'esattezza alle 4.00... ma ne vale assolutamente la pena) per raggiungere Ponte di Legno e da lì a piedi, in un paio d'ore, il rifugio Bozzi nella Piana del Montozzo.  A raccontare le Albe di fango descritte dal giornalista e scrittore Carlo Salsa nel suo "Trincee - Confidenze di un fante", Fabrizio Bentivoglio che si è calato nei panni di un nonno che racconta ai nipoti ciò che gli è accaduto in guerra. Un racconto emozionante intervallato da brani musicali di montagna, conclusosi con una commovente "Povera Patria" di Battiato, che ha assunto un significato ancor più importante grazie alla suggestione del luogo in cui è stato interpretato. Un racconto in cui lo scrittore narra le vicende vissute sul Carso e sottolinea quanto la guerra, ogni guerra, sia assurda.